Sahara Verde

Progetto globale​

A. MACRO CONTESTO DEI PAESI SAHELIANI – ITALIA


Delle 197.639.678 persone che abitano il Sahel, il 52,13% non ha accesso all’acqua potabile e il 89,38% soffre la mancanza di servizi sanitari. La stragrande maggioranza delle comunità che popolano il Sahel vive in villaggi dove è estremamente difficile accedere ai servizi sanitari, vista la situazione economica disastrosa degli stati appartenenti a quest’area geografica. E’ doloroso costatare il fatto che nel 2009 gli investimenti effettuati dalle superpotenze nazionali del nostro pianeta non hanno dato priorità al benessere della persona in sé, ma 1464 miliardi di dollari, un valore pari al 2,4% del PIL mondiale (assumendo per individuo la cifra di217 dollari, come riportato da http://www.carta.org/campagne/pace+e+guerra/17703 ), sono stati “investiti” in spese militari! All’interno delle Nazioni Unite, l’Unesco riconosce i gravi problemi che affliggono l’Umanità in un futuro molto vicino: si prospetta che entro il 2025 la domanda di acqua potrebbe aumentare di circa il 650%, che circa 3 miliardi di persone potrebbero soffrire la penuria di acqua, senza contare che anche il bestiame per altri gravi problemi non avrà facilmente accesso all’acqua potabile.
Fino ad oggi, la terra rimane l’unico pianeta blu del sistema solare dove si trova la vita. Purtroppo dobbiamo ammettere che la scarsità di acqua potabile è la principale causa di morte nel mondo. Nel 2006 il rapporto dell’UNDP ha dichiarato che:

  • 8 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie trasmesse da acqua contaminata;
  • Per tale causa muoiono quasi 22.000 persone ogni giorno;
  • cioè muoiono ogni minuto 15 persone che non hanno accesso all’acqua potabile.

La maggior parte di questi decessi avvengono nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, paesi presi in considerazione dal “Progetto Sahara Verde” unitamente a quello denominato “ Strada per l’acqua” . Secondo le informazioni ottenute sul sito web di informazione Pianeta Blu, l’ 80% di tutte le malattie del Sud del mondo sono dovute al consumo di acqua inquinata: oltre 4 milioni di bambini muoiono ogni anno.
Si stima che circa il 40% dell’alimentazione mondiale nel settore agricolo sia attribuibile ai sistemi di irrigazione.
Nel 2009 abbiamo dovuto constatare che 1,2 miliardi di persone non mangiano a sazietà. I ¾ di questa cifra sono i contadini e le loro famiglie.
Per la riduzione della malnutrizione e della fame nel mondo è essenziale garantire agli agricoltori l’accesso all’acqua.
Osservando i mutamenti dell’ambiente naturale, evidenziamo
l’inquinamento di fiumi e di laghi; secondo gli esperti la metà delle zone umide del nostro pianeta sono scomparse dall’inizio del ventesimo secolo e tale situazione resta preoccupante anche oggi. La biodiversità è diminuita della metà in acque dolci e le falde acquifere sono sempre più sfruttate e inquinate.
Anche se il nostro pianeta si chiama “pianeta blu”, l’ acqua fresca da bere è solo una piccolissima parte, pari allo 0,6% dell’acqua dolce. L’acqua non è equamente ripartita tra i paesi. Lo possiamo constatare osservando questa tabella che mette in relazione il consumo di acqua potabile in alcuni paesi del nostro pianeta.

Paesi

Consumo di acqua in media al giorno / Litro a persona

USA 424
Canada 370
Italia 237
Francia 150
Regno-Unito 110
Madagascar 10
Mauritania 8
Ciad 5

Secondo gli esperti dell’Onu, almeno 40 litri d’acqua potabile dovrebbero permettere ad una persona di vivere.

Siamo entrati in un periodo in cui si assiste ad una guerra aperta tra le superpotenze per il controllo e lo sfruttamento delle risorse idriche. I prossimi anni si annunciano catastrofici. L’impatto negativo con le problematiche legate al mutamento climatico appare determinante nelle politiche comunitarie di tutti i paesi del mondo. Una migrazione di popoli attanagliati dalla povertà piega l’ Europa, un Occidente già afflitto da una crisi profonda per la perdita del suo potere all’interno del mercato mondiale. Infatti siamo chiamati oggi a fare scelte importanti: ogni persona o ente è tenuto a fare delle scelte che possono aiutare a evitare il peggio. Oltre alle crisi dell’immigrazione economica e del lavoro, potremmo oggi essere di fronte anche ad una crisi per immigrazione “idrica” che diventerà abbastanza devastante per i popoli della terra unitamente alle ulteriori sfide cui l’ umanità è chiamata a rispondere. Per queste ragioni, nel dicembre 2001, appena pochi mesi dopo la fondazione di Pane Rose Onlus, la squadra di volontari ha individuato la necessità di agire immediatamente alla crisi idrica nel Sahel per assicurare un sostegno positivo all’economia delle Nazioni, stimolando una risposta strategica al fine di contribuire agli sforzi di molte personalità politiche di tutto il mondo che si battono per il bene dell’umanità. Per questo motivo, è nata l’utopia del progetto “Sahara Verde”. Riportiamo qui di seguito una tabella comparativa dei Paesi saheliani e l’Italia.

B. OBIETTIVI DEL PROGETTO GLOBALE

1. OBIETTIVO GENERALE

L’obiettivo globale del progetto “Sahara Verde” consiste nel rendere l’accesso all’acqua potabile per le comunità degli 8 Paesi beneficiari.

2. OBIETTIVI SPECIFICI

In particolare il progetto aiuterà a garantire per i beneficiari:

  •  la riduzione della percentuale di persone (attualmente del 52,13%) che non hanno accesso all’acqua potabile;
  • la riduzione della percentuale di persone (attualmente 89,38%) senza possibilità di utilizzare servizi igienico-sanitari;
  • l’incremento di infrastrutture di base e sviluppo della capacità di gestione delle risorse idriche da parte delle istituzioni locali e del governo nazionale;
  • la riduzione del tasso di mortalità infantile dovuto alla consumazione dell’acqua non potabile (attualmente 102,46 / 1.000 di media negli 8 Paesi);
  • fare aumentare la speranza di vita (attualmente 54,37 anni);
  • Con l’accesso all’acqua potabile, facilitare la formazione nel settore della leadership, dello spirito imprenditoriale, attraverso la promozione di attività volte ad assicurare l’autonomia dei beneficiari per rendere durature la loro autonomia;
  • la creazione di piccole imprese e promozione di rete di microcredito interna alla comunità adottando un approccio partecipativo intercomunitario e autonomo;
  • promuovendo l’imprenditorialità all’interno delle comunità
  • la realizzazione di circa 8500 pozzi lungo la strada dell’acqua;
  • la costruzione di un centro di manutenzione con laboratori per le analisi delle acque in ciascun paese coinvolto.

3. RISULTATI ATTESI

Il Progetto Sahara Verde è destinato ad essere un progetto innovativo nella ricerca di strategie per lo sviluppo.
Facilitare l’accesso all’acqua potabile è una garanzia per un cambiamento sociale, economico, culturale e innovativo delle comunità residenti nel sahel.
Circa 200 milioni di cittadini saranno testimoni dei benefici di questa realizzazione. Avendo come base la fornitura di acqua, bene di vitale importanza per ogni forma di vita in questa pianeta, il progetto garantisce lo sviluppo di qualsiasi settore di produzione per uno sviluppo sostenibile, responsabile, equo, e offre alla comunità una vita dignitosa. E come qualcuno ha detto: “La salute non ha prezzo, ma ha un costo.”
Ecco alcuni dei possibili effetti:

  • L’aspettativa di vita è in aumento nella regione
  • Il tasso di mortalità dovuta a malattie di origine idrica si abbassa, la situazione sanitaria della regione è rassicurante.
  • Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono integrati nelle politiche comunitarie, con risultati coerenti nella regione.
  • Si osserva la riduzione delle migrazioni ecologiche ed economiche.
  • Il principio di sviluppo sostenibile è integrato nella cultura di molti cittadini della regione.
  • Le comunità beneficiarie sono spinte nel rafforzamento delle capacità nel settore della gestione sostenibile dell’ambiente.
  • Miglioramento dell’accessibilità della popolazione all’acqua potabile.
  • Riduzione della mortalità generate da malattie trasmesse dall’acqua malsana
  • Aumento della speranza di vita alla nascita
  • Riduzione (almeno del 25%) del numero dei poveri nella regione
  • Aumento del tasso di popolazione che ha accesso a servizi sanitari di base.
  • Aumento del tasso della produzione agricolo locale
  • Aumento del numero del bestiame nella regione lungo la Strada dell’Acqua;
  • Crescita delle aree boschive e seminative
  • Bilancio commerciale positivo per i cittadini e gli investitori
  • Rilancio di attività imprenditoriali innovative in rapporto alla realtà di ogni comunità esistente nella regione
  • Arricchimento dei suoli degradati per effetto della crescita delle materie organiche, vegetali e animali
  • L’aumento del rimboschimento della regione per la presenza di sufficiente quantità d’acqua
  • Ripristino, conservazione e valorizzazione della biodiversità vegetale e animale.

Il progetto Sahara Verde “Insieme per la strada dell’acqua” si propone di fornire soluzioni pratiche ai bisogni di queste comunità che vivono negli 8 Paesi scelti (Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso, Ciad, Sudan, Etiopia, Eritrea), con un ritorno positivo verso le strategie utili nella lotta contro l’immigrazione clandestina verso l’Europa. Nel 2001 avevamo stimato di terminare il progetto globale entro 15 anni, se avessimo avuto tutti i mezzi e le persone necessari per la causa. Ma l’esperienza sul campo in questi dieci anni ha ci portato ad estenderlo fino a 23 anni, come riportato nella tabella sottostante. Perciò, solo la partecipazione di tutti permetterà di misurarne il successo.

METODOLOGIA E STRATEGIA PER LA REALIZZAZIONE​

Per avere successo nella realizzazione di questo progetto, abbiamo scelto come strategia tre aree di intervento:

  • Acqua;
  • Micro attività imprenditoriali
  • Via dell’acqua

1. ACQUA

L’ACQUA costituisce la base per il nostro intervento sul campo. Noi la consideriamo una scelta strategica e dinamica al fine di conseguire la realizzazione degli obiettivi fissati. Senza dubbio sappiamo che l’acqua è essenziale per tutte le forme di vita, come la ricerca scientifica attesta: “il corpo di un uomo adulto contiene il 60% di acqua, vale a dire circa 42 litri di acqua per una persona di 70 kg. …
E’ il cervello che contiene il maggior quantitativo di acqua ad un tasso del 80% della massa! I nostri muscoli ne contengono il 75% e il 30% le nostre ossa. ” Non possiamo pretendere che una strategia funzioni se l’elemento elementare ed essenziale per tutte le forme di vita sulla terra non è garantito alle comunità che soffrono le conseguenze di tale mancanza. In effetti , ci possiamo immediatamente rendere conto del fatto che: 

  1. Permettere a queste diverse comunità del Sahel di avere accesso all’acqua potabile, è basilare per tutte le azioni che devono seguire; ciò è valido sopratutto nei paesi il cui il tasso di mortalità infantile è pari a 209 su 1000, come nel caso del Ciad. In Ciad solo il 20% delle nascite supera la soglia di 5 anni in termini di aspettativa di vita. La morte di neonati influenza negativamente la stabilità sociale del paese e nega alle donne la speranza di concepire. La vita delle madri è costantemente esposta a rischi estremi.
  2.  L’accesso all’acqua potabile è la garanzia per la salute di madri e bambini. Avere acqua a disposizione non solo permette ai bambini di avere tempo per la scuola, ma offre inoltre la possibilità alle madri di occuparsi con dignità della loro famiglia.

2. MICRO ATTIVITA IMPRENDITORIALI

Non possiamo garantire la continuità e l’autonomia delle comunità beneficiarie delle nostre azioni se esse non avranno i mezzi finanziari per acquisire una certa indipendenza per il soddisfacimento dei loro bisogni. In questo senso ci proponiamo di svolgere corsi di formazione nel campo della leadership, la creazione di piccole imprese, innovare e adattare formazioni nell’ambito della micro finanza al fine di realizzare questo processo di sviluppo possibile nelle regioni ove operiamo.
Vogliamo istituire un fondo per la creazione e l’ innovazione delle attività generatrici di reddito, mezzo per assicurare la continuità delle azioni che poniamo in queste località garantendo il dopo PROGETTO SAHARA VERDE.
Cioè rendere concreto il sogno della STRADA DELL’ACQUA.

3. STRADA DELL’ACQUA

La realizzazione di tutte queste azioni soprascritte ci permette di affermare il completamento della Strada dell’Acqua come definito fin dal 2001 da PASQUALE RANGHELLI e i volontari dell’ASSOCIAZIONE PANE & ROSE.
Una strada costellata di 8.530 oasi che permetteranno alle diverse comunità di avere accesso all’acqua potabile, cioè a circa il 52,13% delle persone residenti nell’area identificata, vale a dire il 89,38% dei cittadini che non hanno servizi igienico-sanitari; inoltre lungo il percorso sarà garantito per le persone più povere l’accesso alla cure mediche, come anche ai centri di aggregazione sociale, ai centri di formazione, agli asili, alle biblioteche e ben altro secondo i bisogni dei beneficiari che andranno identificate specificando soluzioni adeguate lungo il percorso del progetto.
Tuttavia ci troviamo di fronte ad un progetto ambizioso, persino utopico. ciò nonostante la sua realizzazione e possibile. infatti abbiamo bisogno di risorse:
– umane
– finanziarie
– materiali
– conoscenze tecniche
– conoscenze tecnologiche
– conoscenze informatiche
– conoscenze idrologiche
– antropologiche
– e delle persone competenti che possano mettersi a disposizione per la concretizzazione del Progetto.

Per questo gli sforzi di tutti determineranno la sua attuabilità e la sua concretizzazione. Infatti optiamo per una attuazione esemplificativa in Ciad come modello di strategia e di dinamica vincente. La Strada dell’Acqua sarà terminata con l’aggiunta di 5 milioni di alberi piantati lungo il tragitto e nei villaggi per far rinascere l’ambiente distrutto dall’azione umana in tutti questi decenni.
La nostra scelta cadrà su quegli alberi che possono sopravvivere nel deserto. Alcuni studi sono stati condotti in passato da alcuni esperti: metteremo in pratica queste idee innovative all’interno del nostro intervento. Le tecniche di irrigazione verranno adottate in conformità con i contesti ambientali del territorio. Questa proposta ci porta a prevedere di piantare almeno un albero all’anno per abitante lungo la strada dell’acqua. Mentre stiamo intervenendo con l’Azione Esemplare nella città di Mondo, Dipartimento di Wadi Bissam, Regione di Kanem in Ciad, continuiamo a promuovere incontri di consultazione, scambio, studio di fattibilità di altre realtà per sostenere strategie di innovazione e promuovere le sinergie con altre iniziative e organizzazioni nazionali e internazionali presenti in Ciad e negli altri paesi individuati per futuri interventi.
Questo processo si concluderà con la Conferenza Sahara Verde che vogliamo tenere a N’Djamena nella capitale del Ciad o a Roma, per presentare i primi risultati e proporre un modello imitabile negli altri paesi. Siamo a conoscenza dei risultati ottenuti da parte di esperti provenienti da Paesi africani come parte del PROGETTO DELLA GRANDE MURAGLIA VERDE, che vede diverse strutture dell’Unione Africana lavorare in sintonia; a maggiore ragione ci disponiamo ad utilizzare i loro dati e rendere disponibile i risultati del nostro lavoro per l’interesse dei Paesi africani. Ciò con la speranza che la riproduzione esemplificativa del Progetto SAHARA VERDE sia un apporto al PROGETTO DELLA GRANDE MURAGLIA VERDE pensato e lanciato dai Leader africani.

4. PROGETTO DELLA GRANDE MURAGLIA VERDE

La Grande Muraglia Verde come si legge nelle note concettuali del cosiddetto Progetto, emerge dalla proposta del Presidente della Repubblica Federale della Nigeria, la Sua Eccellenza Olusegun OBASANJO, per l’edificazione di un muro ambientale di protezione contro l’avanzata del SAHARA. La stessa idea sarà poi ripresa e rielaborato dalla Sua Eccellenza Abdoulaye Wade, Presidente della Repubblica del Senegal, con il nome GRANDE MURAGLIA VERDE o GREAT GREEN WALL.

Questo progetto transcontinentale, avviato dal CEN-SAD e approvato dall’UNIONE AFRICANA viene determinata come una risposta dell’Africa rispetto alle diverse sfide di Sviluppo che affronta il continente nero.
La Grande Muraglia Verde viene pensato per essere una cintura di vegetazione multi-espèces largo 15 kilometri che si allunga da Dakar, capitale del Senegal a Djibouti, capitale della Repubblica del Djibouti, su una traiettoria di circa 7000 kilometri.
Operativamente, ciascun Paese facente parte del Progetto dovrà concretizzare una banda forestale, 15 km di larghezza, secondo lo schema concettuale della traiettoria della GMV. Questa realizzazione dovrà essere necessariamente situato nella zona saheliana alle isoiete comprese da 100 a 400 mm.
Alla riunione di N’Djamena in Ciad, sotto l’Alto Patronato di Sua Eccellenza Idriss Deby Itno, Presidente della Repubblica del Ciad, gli Stati africani che si sono incontrati, nel mese di giugno 2010 alla CONVENZIONE per la CREAZIONE DELL’AGENZIA PANAFRICANA DELLA GRANDE MURAGLIA VERDE, consapevoli dell’importanza dell’iniziativa della Grande Muraglia Verde nella lotta contro:

  • La Desertificazione
  • La Povertà
  • L’Insicurezza alimentare
  • Il Recupero delle aree degradate e
  • Il Meccanismo per lo Sviluppo sostenibile

Per l’occasione, una Convenzione per la Creazione dell’Agenzia Panafricano della Grande Muraglia Verde (AGMV) è stata istituita dagli Stati elencati qui di seguito:
– Burkina Faso
– Repubblica del Gibuti
– Eritrea
– Etiopia
– Mali
– Mauritania
– Niger
– Nigeria
– Senegal
– Sudan
– Ciad
Di questo elenco, gli 8 in grassetto sono i Paesi che fanno parte integrante del PROGETTO SAHARA VERDE.
L’Associazione PANE & ROSE Onlus, saluta il Progetto degli Stati africani e si propone, fin dal 2001, con il punto fondamentale: ACQUA, Diritto umano universale.